E anche oggi come tutti i giorni mi ritrovo imbottigliato sulla circonvallazione alle 18:15 mentre rientro a casa.
E come tutti i giorni dopo decine di minuti di clacson scatta il consueto appuntamento con la rissa. Scene già vissute:
L’agente assicurativo esce dalla sua audi
cabriolet e percuote i vetri del furgone di due filippini fino a
romperli, e nel mentre viene raggiunto da un cazzotto sulla testa da
parte di uno uscito dalla sua panda 30 rossa. Non fa a tempo a girarsi
che cade dopo un colpo di spranga alle giunture dietro le ginocchia da
parte di un bambino di 8 anni sceso dal suv della madre. Arriva Gian di
Ric e Gian di corsa con un cazzottone sulla fronte del bambino che
sbatte la nuca contro il paraurti di un peugeot e cade per terra. A quel
punto come sempre intervengo io che apro lo sportello colpendo Gian
mentre passa, scendo e gli metto una busta dell’esselunga in testa per soffocarlo ma a parte che come quasi tutte le buste che ho è piena di
buchi e tagli sotto, non faccio in tempo che mi arriva quello della
ditta traslochi sceso dal suo camioncino che mi prende e mi fa lo
spezzaschiena sul suo ginocchio. Intanto il tabaccaio era già uscito dal
suo negozio per rompere uno specchietto, aprire la portiera di una
signora settantenne che non s’era mossa dalla sua auto, e darglielo in
faccia a ripetizione. Dopo aver finito con la signora prende una sedia
pieghevole di legno dal bar e la frantuma sulla schiena di quello della
ditta traslochi che ha un lieve cedimento ma poi si gira, acchiappa il
tabaccaio dalla gola e mentre lo solleva gli fa le dita negli occhi. Il
tabaccaio a quel punto s’è incazzato come una bestia (si vedeva perché
ha cominciato a fare i versi brutti), ha preso le due braccia che lo
tenevano e gliele ha torte fino al punto di rompergliele con tanto di
rumore delle ossa che si spezzavano. Le urla del traslocatore erano
fortissime e poco dopo cominciavano ad essere accompagnate dal rumore
della terra che tremava; infatti sotto di lui si apre una voragine
nell’asfalto che lo inghiotte, richiudendosi subito dopo.
Dalla sua
giulietta esce Uma Thurman che infila il tacco nella mano di un signore
che era per terra a cercare un suo dente, e viene subito presa per
capelli da Gian di Ric e Gian, e scaraventata sul cofano di una clio, ma
lui cade per terra raggiunto dalla spranga sulle giunture dietro le
ginocchia da parte sempre del bambino di prima, col sangue all’orecchio.
Uma Thurman tira un calcione al culo del bambino che vola fino a
prendere in pieno don Matteo che sta passando in bicicletta e cade
lanciando un “Porco di quel Cristo!”. Quando si rialza, don Matteo
strappa un telo da uno scooter, lo lancia su una signora che somiglia a
Orietta Berti e che stava staccando il marchio fiat con un cacciavite da
un’auto, e in pochi millesimi di secondo vi erano lui e altri tre che
davano schiaffoni potentissimi al telo con sotto la signora, finché ella
ha smesso di dimenarsi e urlare (da fuori il telo le urla si sentivano
anche se cupe), e finché da sotto il telo non è apparso il rivolo di
sangue che si fa strada verso il tombino. In quel frangente io ero dal
bambino per terra, per poi prenderlo per il polso e percuotere la
portiera di una punto, suscitando la rabbia di quello che era alla
guida, che già era incazzato di suo per l’isteria di sua moglie che gli
imponeva di fare qualcosa, insultandolo e tirando in ballo come sempre
sua suocera e fatti antichi. E quindi mi arriva un cazzotto sulla nuca
che mi fa cadere sulle ginocchia, mi prende la testa e me la sbatte
ripetutamente contro il palo del divieto di sosta. Fortunatamente a
fermare la cosa arriva una donna ninja volante, che dà sette-ottocento
calci, appunto volanti, senza toccare coi piedi terra, al tipo della
punto facendogli girare la faccia ripetutamente da destra a sinistra e
viceversa. Si ferma un tram, si aprono le porte e scende, togliendosi la
giacca e con la gioia di un bambino che esce a giocare, il tramviere che appena scende dal marciapiede viene fermato e
steso da un’asse di legno in faccia da parte della signora che prima
era nella sua auto senza fare niente ma picchiata dal tabaccaio. Appena
la signora posa la tavola, con l’affanno, gli arriva un enorme mattone
di tufo sulla testa e stramazza per terra, mattone offerto dalla Gegno
Consulting S.p.A. – vienici a trovare in via Stelvio 16.
Ed è proprio mentre il macellaio di lì
vicino sta staccando l’orecchio a morsi alla signora che somiglia a
Orietta Berti, Gian di Ric e Gian sta soffocando il tabaccaio che a sua
volta allunga la mano verso la classica pistola poco più in la, Uma
Thurman sta cercando di togliere i suoi capelli arrotolati ad un
tergicristallo in movimento, io sto rannicchiato vicino ad una
saracinesca chiusa di un negozio che vengo preso a calci nello stomaco e
sulla bocca dal Ministro Anna Maria Cancellieri aiutata dai due
filippini, il bambino da suv urla in preda ad un puma di passaggio che
gli sta mangiando gli intestini, che don Matteo sale sulla cappotta
della giulietta, con una mano solleva una una pezza ricamata e urla “CHI
VI STA DAVANTI È LO SHOGUN MITSUKUNI MITO, INCHINATEVI DAVANTI A QUESTO
SIMBOLO!”.
In quel momento tutti si sono fermati, poi applausi, ci siamo complimentati, salutati e ci siamo dati l’appuntamento all’indomani. Tranne il puma, che è un maleducato. E il bambino che non è più tra noi (c'è la sua foto col mazzo di fiori sul marciapiede, come in altre strade ce ne sono altri di altre vittime delle risse quotidiane ripetitive).
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