mercoledì 5 dicembre 2012

Sempre la stessa routine

E anche oggi come tutti i giorni mi ritrovo imbottigliato sulla circonvallazione alle 18:15 mentre rientro a casa.

E come tutti i giorni dopo decine di minuti di clacson scatta il consueto appuntamento con la rissa. Scene già vissute:

L’agente assicurativo esce dalla sua audi cabriolet e percuote i vetri del furgone di due filippini fino a romperli, e nel mentre viene raggiunto da un cazzotto sulla testa da parte di uno uscito dalla sua panda 30 rossa. Non fa a tempo a girarsi che cade dopo un colpo di spranga alle giunture dietro le ginocchia da parte di un bambino di 8 anni sceso dal suv della madre. Arriva Gian di Ric e Gian di corsa con un cazzottone sulla fronte del bambino che sbatte la nuca contro il paraurti di un peugeot e cade per terra. A quel punto come sempre intervengo io che apro lo sportello colpendo Gian mentre passa, scendo e gli metto una busta dell’esselunga in testa per soffocarlo ma a parte che come quasi tutte le buste che ho è piena di buchi e tagli sotto, non faccio in tempo che mi arriva quello della ditta traslochi sceso dal suo camioncino che mi prende e mi fa lo spezzaschiena sul suo ginocchio. Intanto il tabaccaio era già uscito dal suo negozio per rompere uno specchietto, aprire la portiera di una signora settantenne che non s’era mossa dalla sua auto, e darglielo in faccia a ripetizione. Dopo aver finito con la signora prende una sedia pieghevole di legno dal bar e la frantuma sulla schiena di quello della ditta traslochi che ha un lieve cedimento ma poi si gira, acchiappa il tabaccaio dalla gola e mentre lo solleva gli fa le dita negli occhi. Il tabaccaio a quel punto s’è incazzato come una bestia (si vedeva perché ha cominciato a fare i versi brutti), ha preso le due braccia che lo tenevano e gliele ha torte fino al punto di rompergliele con tanto di rumore delle ossa che si spezzavano. Le urla del traslocatore erano fortissime e poco dopo cominciavano ad essere accompagnate dal rumore della terra che tremava; infatti sotto di lui si apre una voragine nell’asfalto che lo inghiotte, richiudendosi subito dopo.

Dalla sua giulietta esce Uma Thurman che infila il tacco nella mano di un signore che era per terra a cercare un suo dente, e viene subito presa per capelli da Gian di Ric e Gian, e scaraventata sul cofano di una clio, ma lui cade per terra raggiunto dalla spranga sulle giunture dietro le ginocchia da parte sempre del bambino di prima, col sangue all’orecchio. Uma Thurman tira un calcione al culo del bambino che vola fino a prendere in pieno don Matteo che sta passando in bicicletta e cade lanciando un “Porco di quel Cristo!”. Quando si rialza, don Matteo strappa un telo da uno scooter, lo lancia su una signora che somiglia a Orietta Berti e che stava staccando il marchio fiat con un cacciavite da un’auto, e in pochi millesimi di secondo vi erano lui e altri tre che davano schiaffoni potentissimi al telo con sotto la signora, finché ella ha smesso di dimenarsi e urlare (da fuori il telo le urla si sentivano anche se cupe), e finché da sotto il telo non è apparso il rivolo di sangue che si fa strada verso il tombino. In quel frangente io ero dal bambino per terra, per poi prenderlo per il polso e percuotere la portiera di una punto, suscitando la rabbia di quello che era alla guida, che già era incazzato di suo per l’isteria di sua moglie che gli imponeva di fare qualcosa, insultandolo e tirando in ballo come sempre sua suocera e fatti antichi. E quindi mi arriva un cazzotto sulla nuca che mi fa cadere sulle ginocchia, mi prende la testa e me la sbatte ripetutamente contro il palo del divieto di sosta. Fortunatamente a fermare la cosa arriva una donna ninja volante, che dà sette-ottocento calci, appunto volanti, senza toccare coi piedi terra, al tipo della punto facendogli girare la faccia ripetutamente da destra a sinistra e viceversa. Si ferma un tram, si aprono le porte e scende, togliendosi la giacca e con la gioia di un bambino che esce a giocare, il tramviere che appena scende dal marciapiede viene fermato e steso da un’asse di legno in faccia da parte della signora che prima era nella sua auto senza fare niente ma picchiata dal tabaccaio. Appena la signora posa la tavola, con l’affanno, gli arriva un enorme mattone di tufo sulla testa e stramazza per terra, mattone offerto dalla Gegno Consulting S.p.A. – vienici a trovare in via Stelvio 16.

Ed è proprio mentre il macellaio di lì vicino sta staccando l’orecchio a morsi alla signora che somiglia a Orietta Berti, Gian di Ric e Gian sta soffocando il tabaccaio che a sua volta allunga la mano verso la classica pistola poco più in la, Uma Thurman sta cercando di togliere i suoi capelli arrotolati ad un tergicristallo in movimento, io sto rannicchiato vicino ad una saracinesca chiusa di un negozio che vengo preso a calci nello stomaco e sulla bocca dal Ministro Anna Maria Cancellieri aiutata dai due filippini, il bambino da suv urla in preda ad un puma di passaggio che gli sta mangiando gli intestini, che don Matteo sale sulla cappotta della giulietta, con una mano solleva una una pezza ricamata e urla “CHI VI STA DAVANTI È LO SHOGUN MITSUKUNI MITO, INCHINATEVI DAVANTI A QUESTO SIMBOLO!”.

In quel momento tutti si sono fermati, poi applausi, ci siamo complimentati, salutati e ci siamo dati l’appuntamento all’indomani. Tranne il puma, che è un maleducato. E il bambino che non è più tra noi (c'è la sua foto col mazzo di fiori sul marciapiede, come in altre strade ce ne sono altri di altre vittime delle risse quotidiane ripetitive).

Nessun commento:

Posta un commento